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Pur non avendo conoscenze e competenze su questo tipo di strumento, ua cosa mi è sempre stata chiara: volevo ottenere un suono meno metallico e più caldo della maggior parte delle archtop che mi è capitato di sentire, in altre parole un suono più acustico.

Parlando allora con i miei amici chitarristi jazz ai quali ho chiesto indicazioni al riguardo, dopo infinite discussioni siamo arrivati alla conclusione che il modello di riferimento per la ricerca del “suono perfetto” doveva essere la Gibson L5 degli anni 60′, punto di partenza per sperimentare soluzioni alternative da mettere a punto nella realizzazione del prototipo.

Sembra infatti che nel tempo la bombatura ed altri particolari siano cambiati e che nel tempo quel suono  si sia perduto

Una cosa buffa riguarda il progetto cartaceo che viene normalmente commercializzato, nel quale sono  presenti grossolani errori di disegno che ho dovuto cercare di normalizzare.

Il progetto ha subito poi alcune varianti rispetto all’attuale versione anche avvalendosi di vecchie foto di repertorio per interpretare a modo nostro questo storico modello.

La logica sottintesa a questo progetto era che qualsiasi valutazione riguardante il suono doveva essere messa in mano a musicisti competenti, gli unici secondo me in grado di valutarlo in tutte le minime sfaccettature, settore dove il liutaio presenta dei limiti fisiologici connaturati alla sua professione. Ho sempre pensato infatti che la situazione ottimale fosse quella di riunire se possibile in un’unica persone le due comperenze ed avere cioè il musicista liutaio.

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ClientBranding LifeDateDecember, 2018AuthorAmy WalkerShare

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